La mostra
La mostra Munch. Il grido interiore sarà a Palazzo Bonaparte fino al 2 Giugno 2025. Realizzata in collaborazione con il Munch Museum di Oslo, il percorso include opere straordinarie quali Malinconia, Notte stellata, La morte di Marat, Ragazze sul ponte, Danza sulla spiaggia e una delle versioni dell’iconico Urlo.
Strutturata in sette capitoli, la mostra a Palazzo Bonaparte ripercorre la carriera del maestro scandinavo, dagli inizi alle ultime opere, soffermandosi sui temi che gli erano più cari, e riflettendo in maniera profonda sulla tormentata essenza dell’essere umano. L’artista, infatti, dichiarava di aver cercato con la sua arte di dare un senso alla vita e di aiutare gli altri a comprendere la propria esistenza. Il percorso espositivo si apre con l’analisi della percezione, elemento centrale nella ricerca di Munch sin dalla giovinezza, il quale credeva che la mente, le visioni interiori e il ricordo cosciente plasmassero la realtà fino a sostituirla. Desiderio, malattia, morte, ricordi, le forze invisibili della natura e l’autoritratto si declinano in modo profondamente personale nelle opere esposte, che si intrecciano con la biografia del maestro.
L’ultima sezione della mostra, dedicata all’eredità artistica di Munch che va oltre la pittura, abbraccia anche cinema e fotografia, e rivela inaspettatamente il suo legame con l’Italia. Il suo primo soggiorno nel paese risale al 1899, quando viaggiò insieme all’amata Tulla Larsen. Pur descrivendo il viaggio a Firenze come segnato da malattia, alcol e disastri, fu la pittura rinascimentale a conquistarlo: egli ammirava la Cappella Sistina, definendola la “più bella stanza del mondo”. Munch fece ritorno in Italia più volte, studiando gli affreschi di Michelangelo e Raffaello e visitando la tomba dello zio Peter Andreas Munch, sepolto nel cimitero acattolico di Roma. Questi viaggi lasciarono un’impronta nelle sue tele, dagli scorci del cimitero romano al Ponte di Rialto a Venezia, tutti esposti a Palazzo Bonaparte.
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